Manifesto VideoInPoesia 1990

La Videoinipoesia

Manifesto Inista

 

E ho visto talvolta ciò che l’uomo ha creduto di vedere.

  1. R., inista nella veggenza.

 

L’epigrafe è qualcosa di più, ci esenta dallo spiegare che vaghe e diverse ricerche in tale direzione non hanno nulla a che fare con quella che da oggi si chiamerà Videoinipoesia.

 

L’uso dei simboli della fonetica internazionale doveva necessariamente condurre alla videoinipoesia, anche se quest’ultima è un’integrazione, un ampliamento di questo nel visivo, non una sostituzione.

È MUSICA DI IMMAGINI (CON MUSICA). PATHOS E RITMO DELL’INIA IN MOVIMENTO.

La musica sinfonica non era musica operistica.

La poesia lirica non era romanzo.

La videoinipoesia non è cinema.

 

È ILLIMITATA.

La videoinipoesia non è soltanto multimediale.

Il collage era anche una filosofia.

Il collage non era il multimediale.

Il multimediale è anche una filosofia.

L’arte multimediale (specialmente quella sbandierata) è segno d’impotenza e grossolanità intellettuale.

 

Nella pratica multimediale qualcuno di noi è un virtuoso. Già sentiamo che il collegamento del computer con la videocamera, il compact disc e altro potrà rappresentare, tra non molto, un limite.

 

Il povero è sovente più libero del ricco, ma il ricco potrebbe essere ancor più libero (è un mentecatto chi vuol dar senso negativo a queste parole).

La penna, il pennello, il computer, l’uccello sono utensili. Non è tecnologia fine a se stessa.

Dalla tecnologia alla scienza. Prima l’opera d’arte era sintesi ed esposizione, ora è pure analisi e scoperta.

Quando in questa performance, nemica delle performances, non traspare il sospetto dell’opera vediamo la videoinipoesia.

Il vecchio minotauro diceva che la bellezza sarà convulsa o non sarà, ma non immaginava quanto.

 

GLI ANTICHI. A ben guardare, da sempre l’idea del computer è stata nella mente dell’uomo, guidato dal sogno poetico. Questo desiderio era più un’esigenza creativa che pratica. Nei più recenti il sogno prese coscienza. Ricordiamone alcuni : Arthur, senza riuscirvi, voleva introdurre in poesia suoni, profumi e colori; Charles inventò il fonografo per metterlo al servizio della poesia; e da poeta Guillaume comprese Charles e pensò al cinema.

 

I CONTEMPORANEI. Gli apocalittici temono la macchina; i computeristi il blackout. Ignoranti e timidi i primi, fanatici e ottusi i secondi. Più pericolosi i secondi. Passeranno quando penna e computer torneranno al loro posto.

DA OGGI. Andiamo. Dalla simultaneità almeno in un’altra dimensione.

La Videoinipoesia.

Da oggi.

 

Laura Aga-Rossi, Giovanni Agresti, Gabriel-Aldo Bertozzi, Furio De Mattia, Pietro Ferrua, Krister Follin, Iniero Garesto, Eugenio Giannì, Maria Pia Iniello, Koinèini, Lisiak-Land Diaz, Gaetano Marinò, Giorgio Mattioli, Angelo Merante, François Proïa, Sandro Ricaldone.

 

  • Ideazione : Roma, 17 giugno 1990
  • Realizzazione : S, Apollinaire, 14-15 settembre 1990.

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